I MERCATI MANTENGONO LA FIDUCIA

31 Marzo 2023

“Mantenere, quindi, un atteggiamento costruttivo sui mercati ci sembra la scelta più ragionevole” era la conclusione della nostra News letter del 14 marzo appena dopo il caso Silicon Valley Bank e alla vigilia dello scoppio della “bomba” Credit Suisse.

Ciò che è accaduto nei giorni successivi è stato l’ennesimo grande imprevisto che ha terremotato le borse di tutto il mondo e ha determinato un sell-off di enormi proporzioni delle azioni dei settori finanziari e, soprattutto, delle obbligazioni bancarie.

Abbiamo assistito, nuovamente, a movimenti correttivi importanti che stavano rimettendo in discussione le basi tecniche rialziste che si erano costruite durante i mesi di dicembre e gennaio; un mix esplosivo di negatività ha gettato nel panico gli operatori e in alcune sedute di mercato sono riapparsi gli spettri della crisi post-Lehman.

Il “caso Credit Suisse” passerà sicuramente alla storia a causa delle dinamiche che sono state innescate per il suo salvataggio, dinamiche caratterizzate dall’azzeramento delle obbligazioni (quelle meno garantite e più rischiose) e preservazione degli azionisti. Si è detto che tutto ciò è stato possibile data l’estraneità del Credit Suisse al sistema bancario UE e che, dovendo la Svizzera salvare la sua credibilità e la sua economia, le autorità elvetiche hanno potuto agire fuori dalle regole che sono alla base del funzionamento dei mercati e lo hanno fatto per non soccombere definitivamente. Effettivamente la velocità con la quale la crisi della banca è stata affrontata e risolta (almeno per ciò che riguarda i rischi immediati) hanno permesso al sistema di reggere e di non subire contraccolpi mortali ma, e questo è un interrogativo che rimane, in futuro dovremo aspettarci altri “salvataggi” di questo tipo? Gli obbligazionisti, da ora in avanti, saranno trattati esattamente come gli azionisti in caso di dissesto bancario? I mercati, nelle giornate immediatamente successive all’operazione UBS-Credit Suisse, hanno risposto in maniera scomposta a questi interrogativi e gli spread delle obbligazioni bancarie (ma anche delle obbligazioni subordinate non finanziarie) si sono allargati a dismisura provocando un crollo delle quotazioni. Come se non bastassero questi problemi, i mercati hanno anche dovuto affrontare la crisi di Deutsche Bank, messa nel mirino della speculazione e abbattuta da operazioni concertate sui suoi CDS. Per alcuni giorni, quindi, siamo tornati alla paura e ai tempi del blocco del mercato interbancario: la scomparsa della fiducia nel sistema bancario come nel 2008.

Questa incredibile sequela di fattori negativi si è innestata in un quadro macro già complicato, in un contesto che è, allo stesso tempo, causa ed effetto delle turbolenze. E’ indubbio che gli squilibri del settore bancario (sia in USA che in Europa) siano stati esasperati dalle manovre sui tassi operati dalle banche centrali. Lo spettacolare (per non dire drammatico) rialzo dei tassi da parte di FED e BCE ha permesso alle banche di tornare a marginare positivamente ma ha, e questo è l’effetto più dirompente, messo in difficoltà la sostenibilità degli attivi delle banche più piccole e specializzate e, soprattutto quest’ultime, si sono ritrovate a fare i conti con perdite notevolissime sui titoli in portafoglio. La perdita di credibilità delle banche è stata messa al centro delle preoccupazioni degli operatori e in pochi giorni un flusso impressionante di depositi si è spostato dalle banche ritenute deboli verso quelle più grandi e giudicate più affidabili. Questa “corsa agli sportelli” è stata immediata ed invisibile, favorita dalla digitalizzazione del sistema: per prelevare e trasferire i soldi da un conto all’altro basta un click sul telefonino.

Abbiamo iniziato questo commento riportando una frase che esprimeva fiducia nell’andamento dei mercati e quindi dobbiamo ora spiegare perché. Dopo 3 settimane in cui si sono susseguiti un incredibile numero di eventi negativi, gravi e potenzialmente devastanti, i mercati azionari sono praticamente tornati sui massimi e hanno mostrato una forza notevole. Vi sono, ovviamente, settori e titoli che risentono delle difficoltà e che dovranno attendere prima di riprendersi, ma la forza di alcuni temi trainanti ha avuto, almeno per ora, ragione e si sta nuovamente manifestando. Il comparto tecnologico (con il Nasdaq in testa) ha mantenuto forza relativa e non ha risentito, se non nel breve, del sentiment negativo proveniente dalla crisi bancaria. I mercati asiatici hanno mostrato grande resilienza confermando che la Cina, pur in presenza di fattori ancora portatori di instabilità, è incamminata in un percorso di graduale recupero grazie alla nuova politica di reopening post Covid. In generale le aziende quotate hanno prodotto risultati positivi e non presentano quotazioni dai multipli sproporzionati testimoniando una grande capacità di adattamento alle mutevoli condizioni economiche.

Gli effetti potenzialmente recessivi dei rialzi dei tassi di interesse forse non sono ancora evidenti e non è da escludere che si manifesteranno, prima o poi, ma i mercati scommettono su una ormai prossima fine delle politiche restrittive da parte delle banche centrali e guardano con moderata fiducia al ritorno di condizioni finanziarie meno critiche.

Con il ritorno della fiducia nella tenuta del sistema, la previsione di un allentamento delle condizioni monetarie e una congiuntura favorevole in aree economiche importanti, le borse vanno incontro a un periodo che storicamente e statisticamente è positivo. Il mese di aprile potrebbe quindi essere caratterizzato da una nuova fase di risk-on con conseguenti recuperi delle azioni e un restringimento degli spread obbligazionari.

Per questo motivo ribadiamo il nostro parere relativo all’atteggiamento da tenere nei confronti dei mercati: propensione costruttiva verso il rischio sottolineando, è comunque sempre opportuno farlo, che la complessità della situazione rimane elevatissima e che bisogna stare sempre pronti a correre ai ripari di fronte al ritorno di tensioni che, purtroppo, rimangono gravi soprattutto a livello geopolitico.

Se vuoi avere ulteriori informazioni riguardo ai nostri servizi, mettiti subito in contatto con noi. La riservatezza e il rispetto della privacy, sono nel patrimonio genetico della nostra Struttura.
If you want more information about our services, get in touch with us right away. Confidentiality and respect for privacy are in our DNA structure.
Tutto il contenuto di questo sito web, specialmente testi, fotografie e schemi, è protetto con il copyright.
Per l’eventuale utilizzo contattateci al numero +39 02 89709901
Assofiduciaria

Fidor S.p.A.
P. IVA 04996970150
Cod. Fiscale 02112190018
R.E.A 1093720

Contatti

Sede legale e Direzione generale
Palazzo Odeon - Via Agnello, 5
20121 Milano - ITALIA
Tel./Phone: +39 02 89709901
Fax: +39 02 86357300
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

All content on this website, especially text, photographs and diagrams, is protected by copyright.
For any use, contact us at +39 02 89709901
Assofiduciaria

Fidor S.p.A.
P. IVA 04996970150
Cod. Fiscale 02112190018
R.E.A 1093720

Contacts
Registered office and General Management
Palazzo Odeon - Via Agnello, 5
20121 Milano - ITALIA
Tel./Phone: +39 02 863571
Fax: +39 02 86357300
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.